IN VIAGGIO IN MADAGASCAR
E’ facile individuare il Madagascar sul mappamondo: basta osservare il continente africano e subito ci si accorge dell’esistenza, lì in basso a destra, di questa grande isola: lunga ben 1500 km, è circondata dalle acque dell’Oceano Indiano ed è situata a 400 km dalla costa del Mozambico, da cui si è staccata geologicamente circa 160 milioni di anni fa.
Il territorio malgascio è attraversato dal Tropico del Capricorno e presenta un vasto altipiano dove si alternano colline, montagne e vallate verdeggianti a fianco di una fascia costiera orientale dove la foresta lascia gradualmente spazio a pianure di savana e steppa, man mano che ci si sposta verso il Sud del Paese, più secco.
Viaggiare in Madagascar
Unicità e diversità sono le parole chiave di un viaggio in Madagascar: il distacco geologico dal continente africano ad ovest (160 milioni di anni fa) e dall’India a est (90 milioni di anni fa) ha prodotto nel corso di millenni di isolamento un territorio insulare unico nel panorama geografico mondiale, al cui interno si sono sviluppate specie animali e vegetali completamente diverse da quelle di qualsiasi altro Paese del globo.
Viaggiare in Madagascar non solo consentirà di apprezzare un Paese paesaggisticamente molto vario, ma anche di ammirare la sua incredibile biodiversità e le manifestazioni culturali dei suoi sorprendenti abitanti.
Lemuri e Baobab
Il dizionario definisce “endemismo” il fenomeno per cui alcune specie animali o vegetali sono esclusivamente presenti in un territorio circoscritto. L’endemismo è particolarmente diffuso nelle isole dove è favorito dalle barriere geografiche che impediscono la dispersione genetica zoologica, proporzionalmente all’età geologica dell’isola e alla distanza dalla terraferma.
E’ facile comprendere come il Madagascar racchiuda in sé le caratteristiche adatte a renderlo uno dei Paesi con il maggior grado di endemismo animale e vegetale al mondo, al punto da venir spesso definito dai naturalisti “l’ottavo continente”: le sue foreste pluviali rappresentano l’habitat di ben 14.000 specie di piante, di cui l’85% sono endemiche, per esempio 170 specie di palme su 175, oltre a vari tipi di felci, bambù, piante carnivore, orchidee e dei famosi “baobab”; gli studi sul DNA dimostrano inoltre che il Madagascar conserva anche la maggior parte di riserve genetiche animali del mondo, tra cui quelle di specie uniche come i camaleonti, le tartarughe, i gechi, i coleotteri ed i celebri “lemuri”.
Lemuri e baobab sono i simboli per eccellenza del Madagascar: i primi sono proscimmie evolutesi esclusivamente sull’isola e che hanno dato vita a ben 97 specie diverse, tra cui quella conosciutissima del “lemure dalla coda ad anelli” resa celebre dal personaggio di Re Julien nel cartone animato “Madagascar”; i secondi sono alberi dalla forma particolare, con il tronco grande e rigonfio, in grado di immagazzinare molta acqua, e con rami disposti a raggiera in cima al tronco, spogli per gran parte dell’anno.
Lungo la “route nationale 8”, strada statale del Madagascar occidentale, c’è un tratto spettacolare, detto “Allée des Boaobab” o “Baobab Avenue” in cui si incontrano filari di magnifici esemplari di baobab, vecchi anche di centinaia d’anni.
Il popolo malgascio
L’unicità del Madagascar non riguarda solo il mondo animale e vegetale, ma anche l’evoluzione culturale dei suoi abitanti, conosciuti come “malgasci”. I circa 25 milioni di abitanti attuali hanno un patrimonio genetico che deriva per metà da origini africane e per metà da origini malesi, con influenze arabe, indiane ed europee soprattutto sulle coste.
Infatti l’isola venne inizialmente colonizzata a partire da circa 2000 anni fa da popolazioni di provenienza indonesiana e malese, poi vide il sorgere di vari insediamenti arabi nel X e XI secolo finalizzati soprattutto al commercio di schiavi, prima di conoscere il colonialismo europeo specialmente francese che si concluse nel 1960 con la dichiarazione di indipendenza.
Ogni fase storica lasciò testimonianze ed effetti sul patrimonio culturale del Madagascar: la lingua malgascia si sovrappone al 90% con il vocabolario di un idioma tuttora parlato nel Borneo meridionale, alcune etnie malgasce attuali praticano la fede islamica, l’influenza coloniale francese ha lasciato in eredità al Paese una struttura giuridica di tipo presidenziale, l’uso ufficiale della lingua e la fede religiosa cristiana.
In aggiunta a queste influenze culturali esterne, il popolo malgascio ha sviluppato alcune credenze e manifestazioni rituali genuinamente autoctone. In campo religioso, per esempio, seppure circa la metà degli indigeni segua il credo cristiano, quest’ultimo è fortemente intriso di elementi tradizionali legati a credenze ancestrali e specialmente al culto dei morti. Il legame con i defunti è particolarmente sentito e si manifesta in una pratica di risepoltura detta “famadhiana” e consistente nel togliere dalle tombe le spoglie dei deceduti dopo 5/10 anni dalla morte, avvolgerle in nuovi sudari e riporli nuovamente nei sepolcri durante cerimonie officiate da sciamani o spesso dagli stessi sacerdoti cristiani.
Informazioni utili per viaggiare in Madagascar
Il periodo migliore per partire
Il Madagascar in generale è caratterizzato da un clima tropicale, ma la varietà e l’ampiezza del suo territorio implica la presenza di numerosi microclimi locali: da novembre a marzo (estate australe) il versante orientale dell’isola è soggetto a pioggia monsonica e spesso a cicloni, mentre tra aprile ed ottobre il clima è generalmente più secco, soprattutto nella parte occidentale e in quella meridionale.
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