Viaggio attraverso il Messico
Cartina Messico

IN VIAGGIO IN MESSICO

Alla scoperta dell'identità contemporanea dell'antico impero Maya

Le Montagne Rocciose americane corrono dalla British Columbia canadese fino al New Mexico statunitense, poi proseguono estendendosi in gran parte del Messico dove sono conosciute come Sierra Madre: ad eccezione della penisola dello Yucatan, gran parte del territorio messicano, situato tra il confine settentrionale con gli Stati Uniti e quello meridionale con Guatemala e Belize, è montuoso.

La penisola di nord-ovest, anch’essa montuosa, si chiama Bassa California ed emerge dall’Oceano Pacifico, mentre la penisola di sud-est è denominata Yucatan e consiste in una piattaforma calcarea pianeggiante che si incunea tra il Golfo del Messico ed il Mar dei Caraibi.

Viaggiare in Messico

Il Messico condivide con l’Italia non solo i tre colori della bandiera nazionale, ma anche un’abbondanza di luoghi comuni diffusi in tutto il mondo; grazie ad un’identità e ad un carattere nazionale forti e ben definiti, uniti ad una immigrazione massiccia specialmente verso gli Stati Uniti, i luoghi comuni sul Messico ed i Messicani si sprecano: dalla siesta al sombrero, dalla cucina piccante alla musica mariachi.

Viaggiare in Messico significa innanzitutto andare alla radice di questi stereotipi per individuarne il vero significato originale, ma soprattutto andare oltre i luoghi comuni per scoprire un patrimonio culturale e paesaggistico senza eguali al mondo.

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Delizie per il palato

I Maya e gli Aztechi furono le civiltà precolombiane più evolute che fino al XVI secolo dominarono ampi territori corrispondenti all’attuale Messico. La loro dieta alimentare si basava su prodotti naturali che crescevano in abbondanza grazie ad avanzate tecniche agricole e al clima favorevole: peperoncini, mais, fagioli, avocado, patate dolci ecc. L’allevamento per contro era un’attività poco conosciuta e scarsamente praticata, limitandosi soprattutto alla crescita e al consumo di carne di tacchino. 

Nel 1517 le navi spagnole di Francisco Hernández de Córdoba sbarcarono nello Yucatan provenienti da Cuba, seguite in pochi anni da altre spedizioni di conquista tra cui quella del condottiero Hernán Cortés nel 1519, che sancirono la fine dell’impero azteco, anche a causa della diffusione di malattie sconosciute nei nuovi territori, come il vaiolo. 
Lo scrittore e storico messicano Justo Sierra Méndez affermò che “El abarrotero, no el conquistador, es el verdadero padre español de la sociedad mexicana”, cioè “il droghiere, non il conquistatore, è il vero padre spagnolo della società messicana”: questa frase riassume perfettamente l’importanza della cucina nell’identità culturale della società messicana attuale e dell’eredità storica introdotta dalla Spagna con la conquista intrapresa circa 500 anni fa. 

L’abarrotero si destreggiava in una cucina spagnola che aveva già incorporato per 8 secoli elementi gastronomici degli Arabi mediterranei: egli contribuì ad un’ulteriore sviluppo culinario applicando le proprie tecniche di preparazione dei cibi (per esempio la frittura) non solo agli ingredienti che si portò dall’Europa (riso, olio di oliva, cipolle, aglio, canna da zucchero, origano ed altre spezie, ma anche carni derivanti da animali come il maiale, la mucca, il pollo e la pecora), ma anche ai prodotti trovati e cresciuti in loco, tra cui gli immancabili peperoncini, il mais ed fagioli, a cui nel frattempo si aggiunsero anche i pomodori. 
Il risultato di questo incontro e di questa miscela di sapori è tuttora sotto gli occhi di tutti e provare la cucina locale rappresenta un’esperienza essenziale, oltre che molto piacevole, durante un viaggio in Messico. 

Ogni regione del Paese vanta proprie specifiche specialità, ma ovunque si trovano tacos (tortillas di mais ripiegate e farcite con carne e aromi), burritos (involtini di tortillas riempiti di carne marinata, verdure e spezie), enchiladas (tortillas ripiene, arrotolate e condite con salsa chili e farcitura di carne e/o verdure), quesadillas (triangoli di tortillas riempiti di formaggio fuso), ceviche (pesce e frutti di mare crudi marinati in succo di limone e spezie), frijoles (crema di fagioli), guacamole (salsa a base di avocado), il tutto innaffiato da fresca cerveza Corona (con l’immancabile fettina di lime), oppure da qualche bicchierino di Tequila, rigorosamente servita in bicchierini di terracotta e accompagnata da sale e lime oppure sottoforma di fresco cocktail come il Margarita alla frutta. 

Come qualsiasi viaggiatore saprà benissimo, gustarsi un vassoio di pescado fresco ed un paio di boccali di birra Sol ghiacciata in un ristorantino sulla spiaggia di Progreso è infinitamente più prelibato e soddisfacente di consumare cibo precotto al forno microonde nel locale pseudo-etnico da poco apparso sotto casa.

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Yucatan, tra mare e Maya

Chi decide di visitare il Messico spesso conclude il proprio viaggio lungo la Riviera Maya, nella penisola dello Yucatan, per rilassarsi in spiaggia, fare un bagno nelle acque blu, azzurre e verdi del Mar dei Caraibi e godersi la vita mondana di Playa del Carmen e Cancùn

Qui il paesaggio costiero lascia a bocca aperta per la bellezza delle sue fitte foreste di mangrovie, per l’atmosfera distesa dei suoi villaggi di pescatori in stile coloniale con i loro eccellenti ristorantini, per la tranquillità delle sue romantiche isole (come Cozumel e Isla Mujeres) e per l’unicità dei suoi parchi bio-marini (come quello di Xel Ha) dove si ammirano pacifiche iguane, pappagalli colorati e infinite specie di pesci. 

Ma sarebbe un peccato soffermarsi solo sull’aspetto balneare di quest’area senza approfondirne quello più prettamente culturale. La penisola dello Yucatan rappresentava infatti una delle regioni più fiorenti dell’impero Maya, civiltà sviluppatasi a partire dal 750 a.C. nei territori degli odierni Messico, Guatemala e Belize. 
La struttura sociale dei Maya si basava su una raffinata conoscenza delle tecniche agrarie e su una rete di città-stato legate da floridi legami commerciali: questa combinazione di fattori le consentì di raggiungere vere e proprie eccellenze in campo artistico, architettonico, astronomico e matematico. 

Testimonianze dell’antica civiltà Maya sono abbondantemente presenti nello Yucatan ed il sito archeologico più importante, oltre che tra quelli meglio conservati, è il complesso di Chichén Itzá. Questa città Maya fu edificata verso il 600 d.C. in posizione strategica nei pressi di due larghi e profondi pozzi naturali di acqua dolce, detti cenotes. Oggi le sue rovine rappresentano una tappa imperdibile durante un viaggio in Messico, grazie anche all’egida dell’Unesco che nel 1988 le ha dichiarate “patrimonio dell’umanità”. 
Il cuore del complesso è rappresentato da una magnifica piramide a gradoni, il tempio di Kukulkan, i cui angoli all’equinozio di primavera e a quello di autunno disegnano - in un incredibile gioco di luci ed ombra, all’alba e al tramonto - la sagoma di un serpente piumato, il dio Kukulkan. 
Intorno a “El castillo” sorgono altri raffinati edifici che emergono dalla fitta foresta, tra cui il Tempio dei Guerrieri dalle mille colonne intagliate e raffiguranti dei soldati, il Palazzo des las Monjas con funzioni amministrative e l’osservatorio astronomico El Caracol, al cui interno i Maya studiavano le ombre proiettate dal sole per determinare con stupefacente precisione solstizi ed equinozi. 

Tra questi splendidi monumenti di culto, amministrativi e scientifici è possibile poi individuare un grande spazio dedicato al gioco della palla: di forma rettangolare e racchiuso tra alte pareti in roccia intagliata, il campo serviva a praticare un gioco vagamente antenato della pallavolo, del tennis e del basket, con anelli di pietra attraverso cui far passare una palla di robusta gomma. Questo gioco, diffuso tra tutti i popoli della Mesoamerica precolombiana, non aveva solo funzioni ludiche, ma spesso era anche utilizzato per dirimere conflitti e dispute senza arrivare allo spargimento di sangue: un ottimo metodo che sarebbe opportuno applicare anche ai nostri giorni!

Informazioni utili per viaggiare in Messico

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Il periodo migliore per un viaggio in Messico

Il clima in Messico è differente a seconda dell’area che si intende visitare. In generale si possono distinguere 3 periodi principali: da Dicembre ad Aprile le condizioni meteo sono generalmente ideali, miti e secche; tra Luglio e Agosto fa caldo umido, ma gli alberghi ed i resort marini sono affollati; infine tra Settembre e Novembre può piovere, talvolta sotto forma di uragani, con Maggio e Giugno tra i mesi più torridi in molte parti del Paese.

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