Ecuador e Isole Galapagos
Le isole della vita selvaggia
Un Paese variegato che racchiude in se l’impenetrabile foresta amazzonica, la cordigliera andina, la costa dalle sterminate spiagge con mangrovie e piantagioni di banane e cacao e infine le isole Galápagos, las Islas Encantadas, regno della biodiversità e un paradiso di emozioni mille chilometri al largo dell’Ecuador.
Le iguane, le tartarughe giganti, i leoni marini, le lucertole della lava, i pinguini abitano qui. Ed è qui, in questo remoto arcipelago dell’Oceano Pacifico, che nel 1835 Charles Darwin gettò le basi della sua teoria dell’evoluzione.
Sono isole vulcaniche dalle sabbie nere e rosse, dove il deserto si alterna alla foresta tropicale e dove, grazie all’isolamento, per secoli la fauna ha potuto svilupparsi indisturbata. Entrate in punta di piedi: in questa riserva marina di 130 mila chilometri quadrati la natura ha in serbo per voi molte sorprese.
Ora attuale
Ore di volo
Quito
Per Melville, l’autore di Moby Dick, le Galapagos, «un arcipelago di vulcani spenti», suscitava l’immagine del mondo dopo un cataclisma.
Lo scrittore americano coglieva il fascino primordiale di questi paradisi naturali, dove la vita ha seguito le sue imprevedibili strade evolutive.
Qui vi attendono incontri e scoperte sconvolgenti. Non sarete voi: saranno gli animali che verranno a cercarvi.
Osservate quella macchia gialla che vi sta venendo incontro. È un maschio di iguana di terra. Come ha fatto ad approdare a queste isole?
Occorre vederlo di persona il barocco di Quito: una fusione di arte spagnola, italiana, moresca, fiamminga e indigena. Si trova lassù, a quasi tremila metri, sulle pendici del vulcano Pichicncha, il centro storico meglio conservato dell’America Latina.
È puro teatro in stile Escuela Quitena quello che si para davanti al visitatore, che si aggira per i monasteri di San Francisco e Santo Domingo o la Chiesa e il Collegio dei Gesuiti di La Compañía.
La natura e l’uomo hanno saputo creare un capolavoro in questa movimentata città andina, culla delle culture precolombiane e documento della colonizzazione spagnola.
È una delle icone del paese il Cotopaxi, il vulcano dalle linee simmetriche e sempre incappucciato di neve, che sfiora i seimila metri. Insieme ai vicini Ruminawi e Sincholagua fa parte dell’Anello di fuoco del Pacifico ed è il re del Parco Nazionale che reca il suo nome.
Ammirate quel cono perfetto al tramonto, quando le nevi si arrossano, mentre la pianura sbanda nell’oscurità.
È la capitale economica e commerciale, la città più grande. Ma basta addentrarsi nello storico quartiere di Las Peñas per ritrovare la vecchia atmosfera coloniale. I colori dominano nelle casette della colona di Santa Ana.
È la capitale economica e commerciale, la città più grande. Ma basta addentrarsi nello storico quartiere di Las Peñas per ritrovare la vecchia atmosfera coloniale. I colori dominano nelle casette della colona di Santa Ana.
Ma solo dopo avere superato i 444 gradini del faro bianco e blu, simbolo di Guayaquil, la città sarà ai vostri piedi, stratificata come un millefoglie, in preda a un movimento inarrestabile, ostinatamente fiduciosa nel proprio futuro.
Ma solo dopo avere superato i 444 gradini del faro bianco e blu, simbolo di Guayaquil, la città sarà ai vostri piedi, stratificata come un millefoglie, in preda a un movimento inarrestabile, ostinatamente fiduciosa nel proprio futuro.
Il più famoso mercato del Sud America
Annidata tra imponenti vulcani di quasi cinquemila metri, Otavalo è il più famoso mercato artigianale del Sud America. Sono celebri le lane e i tessuti dai colori sgargianti.
Gli indigeni kichwa, che formano la maggioranza della popolazione di questo meraviglioso sito a un centinaio di chilometri da Quito, li lavorano da secoli.
I poncho blu, i capi in lana di alpaca, la guagua chumbi, la tradizionale cintura imbaya da donna usata per stringere la blusa, i cappelli di feltro parlano di tradizioni che precedono l’arrivo dei conquistadores.
Un universo di gusti e sapori
L’aragosta e i frutti di mare rivaleggiano con il suo caffè coltivato sulle colline vulcaniche.
Lungo la costa del Pacifico si incrociano gamberi, tonno, banane e cacao. È d’obbligo il tigrillo, piatto tradizionale a base di platano e formaggio.
Sulle pendici delle Ande l’agricoltura di montagna offre gli ortaggi più saporiti da accompagnare alla tipica carne di maiale aromatizzata.
Ma per cominciare c’è il locro de papa, una zuppa tradizionale a base di cereali e patate. E infine l’Ecuador amazzonico è il luogo perfetto per assaporare l’inconfondibile cucina indigena, con le ricette segrete che gli spagnoli non sono riusciti a carpire.
Il piatto più celebre è il maito, pesce di fiume, avvolto in foglie di bijao, banana, palma o shiguango, legate con una fibra naturale e cotte a legna.
Booking
Booking