Il buddismo, nella sua forma “Theravada”, rappresenta la religione principale dello Sri Lanka sin dalla sua introduzione sull’isola avvenuta tra il III ed II secolo a.C. dal Venerabile Mahinda, figlio dell’imperatore indiano Ashoka.
La leggenda narra che proprio la figlia di Ashoka portò in Sri Lanka dall’India un ramo del sacro albero Bodhi sotto il quale Siddarta raggiunse l’illuminazione e divenne Buddha: tale ramo è conservato presso uno dei più venerati luoghi sacri del buddismo cingalese, Anuradhapura.
A Kandy, invece, viene custodita in un apposito tempio la reliquia di un dente che i fedeli attribuiscono a Buddha stesso, portato in Sri Lanka nel IV secolo.
Il buddismo a Ceylon conobbe alterne vicende storiche: dopo una lunga ininterrotta fase di crescita e diffusione, subì una vera e propria persecuzione durante gli anni del colonialismo portoghese e olandese (XVI secolo) e sotto l’amministrazione inglese del XIX secolo raggiunse l’apice del declino per mano dei missionari cristiani e della loro energica opera di conversione.
In corrispondenza delle spinte nazionaliste che condussero all’indipendenza dello Sri Lanka si ebbe la rinascita del buddismo tradizionale sull’isola ed oggi il culto di Buddha e la sua filosofia vengono praticati da circa il 70% degli abitanti di Ceylon.
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